[ ANTOLOGIA ]

1 - Presunte etimologie

   "Malgrado la sua relativa giovinezza, il tango porta sulle spalle un doppio carico di misteri: quello della sua denominazione e della sua origine. In quanto alle etimologie della voce "tango", se ne sono proposte tre…" Questa Opinione di Daniel Vidart è condivisa anche da Tulio Carella: "Quando s'inizia lo studio del tango s'incontra il primo impedimento: una parola che ha provocato molte incertezze. Il termine "tangon" ammette innumerevoli spiegazioni che si contraddicono e oscurano a vicenda."

    Secondo Vicente Rossi: "Dire il tango dei negri (per i tamburelli o i tamtam dei negri) è diventato equivalente ai balli dei negri. Per questo, quando chiedevano il permesso di riunirsi a ballare dicevano 'a tocá tango'."

    Lauro Ayestarán non condivide questa spiegazione:
"Un fatto culturale può avere contenitore e contenuto di differenti origini: chiaro il caso del 'mondongo' il cui nome di evidente origine africana contiene un composto culinario che non lo è. Alla stessa maniera l'argomento si può usare per quelli che si basano sulla voce 'tango' per dimostrare il punto di partenza della musica che indica…"

    E Tulio Carella osserva: " Questa teoria [quella di Rossi] si accetta facilmente, però si potrebbe confutare menzionando la nostra tendenza a trasformare le parole gravi in acute. Diciamo 'andá", 'vení', 'traé'; perché allora diciamo tango e non tangò ? "

    Senza dubbio l'opinione di Rossi è la più diffusa. Il dizionario dell'Accademia Española sembra tenere conto delle sue parole quando spiega ambiguamente:
"Tango americano: musica mescolata con alcune parole del gergo parlato dai negri, che è diventata popolare e di moda tra il volgo in questi ultimi tempi. … C'è qualcuno che fa derivare 'tango' da 'tang', che appartiene a un dialetto africano non identificato; si tradurrebbe con 'toccarsi, sinonimo di avvicinarsi'."

    Ricordando tal etimologia Carella segnala che:
"… in generale esiste una grave dimenticanza, insolitamente meno reprensibile, del tango andaluso. Nell'antologia La flor de la rosa , Daniel Devoto raccoglie un verso spagnolo arcaico che dice:

Tango vos, el mi panadero

La parola di cui ci occupiamo è usata come verbo e significa suonare uno strumento musicale. Il verso fornisce un indizio sulla probabile origine, consente di andare alle radici…"

    Tuttavia Daniel Vidart pone queste obiezioni:
"Tango deriverebbe così da tangir, che in spagnolo antico equivale a suonare uno strumento. Però senza risalire allo spagnolo arcaico e da questo al latino tangere (toccare), troviamo attualmente che la parola tango designa un gioco peninsulare. Il tango e la tanga denominano indistintamente il pezzo di legno sul quale si poggiano le scommesse per il gioco del chito, una variazione della taba, attività ludica praticata tanto dai greci antichi che dai guardiani rioplatensi. A sua volta in Andalusia il tanguillo è una trottola che si fa ballare con l'aiuto di una frusta. E anche nell'America indigena appare la misteriosa parola…"

    In questo senso Carlos Vega ricorda che:
"…già nel secolo XVIII esisteva in Messico una danza di coppia senza abbraccio o individuale chiamata tango."
In effetti, in una denuncia all'Inquisizione si parla di una musica messicana
"…nominando il Tolito, derivato dall'antichissimo tango."
E questo succede nel 1803.

    Luis Machi d'altro lato trova alla voce tango tante accezioni quanti tanghi ci sono:
"Tango (dal latino is-tetigi-tactum-tangere): toccare, palpare, maneggiare, manovrare / provare, gustare, mangiare / arrivare a, entrare in, approdare / confinare con / causare impressione, muovere, eccitare / ingannare, violare, corrompere / ferire, mortificare."

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